Il nostro viaggio lungo la storia della cosmesi ci porta verso un’altra tappa: l’Antica Roma.
Dopo aver conquistato la Grecia (146 a.C.), i Romani ne assorbono le usanze, tra cui i loro canoni estetici – di cui abbiamo parlato in un nostro precedente articolo. Ma c’è un aspetto che li ha resi noti: sono i primi ad utilizzare il moderno concetto di Beauty Center!
La cura del corpo e del viso nell’Antica Roma
Ispirati dalla civiltà greca, gli Antichi Romani erano decisamente attenti alla cura del proprio corpo e del proprio viso.
Forme generose e pelle chiara erano i canoni della bellezza femminile secondo questo popolo. Se per le prime era questione di genetica, per la seconda esistevano diverse pratiche messe in atto dalle donne romane per raggiungere la bellezza ideale; tra queste, lunghi bagni detergenti a base di creta o farina di fave. Ma il trattamento più particolare rimane quello di Poppea: la regina si concedeva bagni nel latte d’asina per rassodare e ammorbidire la pelle.
Nell’antica Roma, anche la pelle del viso doveva essere la più chiara possibile. Per questo motivo utilizzavano delle maschere di bellezza con lenticchie, miele, essenze di mirra e – nei casi più eccezionali – escrementi di Martin Pescatore. Un’altra tecnica per schiarire la pelle era quella di utilizzare la nivea cerussa, una pomata realizzata con la biacca, un pigmento molto tossico!
I primi Beauty Center al mondo
I romani erano ossessionati per la cura della propria bellezza e della propria igiene. Per questo motivo costruirono, a partire dal II secolo a.C, delle maestose strutture pubbliche molto simili ai nostri Beauty Center. Al loro interno, si trovavano una serie di sale dedicate alla cura del corpo, una sauna e – nelle strutture più grandi come le Terme di Caracalla – anche una zona shopping, dei giardini e una biblioteca. Ma una delle zone più apprezzate era sicuramente la successione di stanze destinate ai bagni di acqua calda (Calidarium) e ai bagni di acqua fredda (Frigidarium). Possiamo dire che si trattava di un’attività molto simile a un percorso benessere contemporaneo.
Il make-up degli Antichi Romani
Le donne dell’Antica Roma, contro ogni aspettativa, avevano una make-up routine molto “moderna” e simile alla nostra, sebbene gli ingredienti fossero differenti.
Partivano sempre da un fondotinta molto chiaro che permetteva alle aristocratiche di farsi ben distinguere da quelle di ceti più bassi. Questo composto conteneva principalmente miele, oli e biacca. Successivamente venivano applicate alcune polveri: un illuminante derivato dalla frantumazione di ematite, terre rosse o hennè per mettere in risalto gli zigomi e, infine, una sorta di cipria ottenuta con la farina di fave.
A questo punto passavano al trucco occhi. Dal momento che le donne, secondo l’ideale dell’epoca, dovevano possedere grandi occhi, erano solite applicare una specie di eye-liner che ingrandisse lo sguardo. Questo cosmetico, si otteneva dal nero di seppia, dalla fuliggine o, addirittura, dalle formiche bruciate! Infine sceglievano se applicare degli ombretti formati da cenere e pigmenti colorati.
Per le labbra amavano un rossetto rosso derivato dalla lavorazione di due elementi, considerati particolarmente tossici: il Minio (un minerale) e il Cinabro (un solfuro che conferiva la pigmentazione rossa). Il make-up veniva completato con un finto neo il quale assumeva un significato diverso a seconda di dove era collocato.
Possiamo dire che nemmeno i Romani si facessero mancare nulla in fatto di beauty. Certo, la quantità di pigmenti tossici utilizzata non era benefica per la pelle: oggi la realizzazione dei prodotti beauty viene sottoposta a controlli molto rigidi, anche per quanto riguarda i cosmetici naturali. La filosofia di La Daniane? Una skincare sana, naturale e sostenibile!